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Fin dalla giovane età, dopo il diploma di maestra, Elisabetta Mazza inizia ad insegnare nel 1911 presso le scuole elementari di Mornico al Serio, Nembro e Bergamo. Il diploma per Bettina non è un punto di arrivo ma l’inizio di un itinerario di formazione, perfezionamento e approfondimento: l’aggiornamento continuo sarà uno degli impegni fondamentali per la nascita e la vita delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana.

Nel 1920 consegue il diploma di direttrice didattica.

Sono anni in cui la sua spiritualità si concentra sulla missione educativa delle insegnanti, pubblicando nel dicembre del 1922 il “Manuale di Pietà per le Maestre”.

Ben presto entra a far parte dell’Associazione Magistrale “Nicolò Tommaseo” di cui diviene vice-presidente nel 1916 e segretaria nel 1920 collaborando con il prof. Nicolò Rezzara. apostolato

Il suo impegno e la sua passione nell’associazione trovano primaria giustificazione nel desiderio della Mazza di combattere la sua “battaglia” contro la scristianizzazione dell’educazione e della scuola in un contesto di “prevaricante anticlericalismo massonico irreligioso, istituzionalizzato e di governo…”.

Il suo impegno si esprime anche con una intensa attività oratoria nei convegni dedicati alla scuola di cui si ricorda in particolare il suo intervento al Convegno Mandamentale di Clusone del 29 ottobre 1914 dal titolo “Scuola Educatrice”.

La sua formazione professionale prosegue senza sosta con il diploma di maestra di religione (1924), di direttrice didattica (1929), di insegnante nelle scuole del Grado Preparatorio (1940).

Dal 1921 al 1924 assume servizio nella Scuola Festiva per Operaie Adulte e dopo il buio periodo bellico si dedica con passione alla prima alfabetizzazione dei soldati, coinvolgendo in questa missione altre insegnanti.

Dal 1945 collabora attivamente alla nascita e allo sviluppo dell’odierna Associazione Italiana Maestri Cattolici, offrendo tra l’altro la propria casa come sede.

Questa donna che ha dedicato tutta la sua vita a migliorare con passione la sua preparazione di insegnante, è divenuta a sua volta ispirata formatrice di insegnanti, saldo punto di rifermento per tante colleghe, famiglie e alunni.

All’inizio degli anni ’30, in pieno regime fascista, Maria Elisabetta Mazza, con estremo coraggio, esprime la sua contrarietà all’adozione del libro di testo unico adottato da Mussolini, non esita a rimandare il suo giuramento (obbligatorio) di fedeltà al regime e a contrastare l’azione dell’Opera Nazionale Balilla sui giovani della città. Sempre in quel periodo inizia il suo ultimo incarico di docente, che svolge alla Scuola elementare “Diaz” di Bergamo, dove lascia tracce e testimonianze di una donna che ha a cuore l’educazione ed il rispetto dei valori e dei principi della persona. “Valorosa educatrice, che porta nella scuola uno spirito profondamente religioso ed un acuta conoscenza dell’anima infantile. Sente l’educazione come missione…”: così scrive di Bettina Mazza, nel 1935, il direttore didattico Luigi Re.